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La Grande Sfida On Tour 29 parte dal Comune di Sommacampagna (dal 17 al 21 settembre 2024), passando per la 7^ Circoscrizione del Comune di Verona (dal 24 al 28 settembre 2024) e finendo nel Comune di Nogara (dal 15 al 19 ottobre 2024). La Grande Sfida, arrivata alla sua 29ma edizione, è la manifestazione internazionale inclusiva di cultura, sport, arti e dialogo, è pronta per andare in tour in città e nella provincia di Verona. Il tour è infatti realizzato in collaborazione con l’ULSS 9 Scaligera e il Comitato dei Sindaci dei diversi Distretti, in collaborazione con i commercianti, gli ambulanti dei mercati, le associazioni, le scuole e le parrocchie di Verona, delle cittadine della provincia: Sommacampagna (con le frazioni di Caselle e Custoza) e Nogara. Confesercenti è sempre al fianco di queste iniziative che servono prima di tutto a creare cultura sulla disabilità e abbattere barriere ma soprattutto far vedere le fragilità come una risorsa. Presente alla conferenza stampa di questa mattina, presso la Direzione Generale dell'Ulss 9 Scaligera, per Confesercenti Verona il direttore generale dott. Alessandro Torluccio.
Link alle interviste https://www.larena.it/media/video/la-grande-sfida-on-tour-edizione-29-1.12442181
Usato, riusato, riparato, riciclato. La sensibilità ai temi dell’ambiente e la ricerca del risparmio spingono il ‘second hand’: nell’ultimo anno, più di metà degli italiani ha acquistato almeno un articolo di abbigliamento, scarpe o accessori usato. Un vero e proprio boom, che fa volare il mercato della seconda mano, che secondo le nostre stime vale ormai più di 6 miliardi di euro. È quanto emerge da un sondaggio IPSOS per Confesercenti.
L’usato nel web e nei negozi. Nel dettaglio, il 56% degli intervistati ha dichiarato di essersi rivolto, negli ultimi 12 mesi, alle piattaforme online di vendita di prodotti usati per i propri acquisti di moda: il 19% lo fa sempre (4%) o spesso (14%) – ma le percentuali salgono rispettivamente all’8 e al 19% tra i giovani tra i 18 ed i 34 anni – mentre il 37% qualche volta (22%) o raramente (15%). Forte anche la domanda di usato nei negozi fisici e nei mercati ambulanti, a cui dichiarano di rivolgersi il 51% dei consumatori: il 20% sempre (5%) o spesso (15%), il 32% qualche volta (18%) o raramente (14%).
Riparare e riciclare. Anche le riparazioni guadagnano terreno: il 34% del campione nell’ultimo anno ha portato sempre (8%) o spesso (26%) i propri capi di abbigliamento a riparare invece di comprarli nuovi, mentre il 52% lo ha fatto qualche volta (35%) o raramente (17%): solo il 14% afferma di non averlo fatto mai. Una tendenza confermata dal ritorno delle sartorie, che tornano ad aumentare, con un incremento di oltre il 4% tra il 2014 ed il 2024. Una crescita guidata soprattutto dagli imprenditori stranieri (+52%). Tra le nuove abitudini dei consumatori, si afferma sempre di più anche la ricerca di capi prodotti con materiali riciclati: il 24% afferma di averli acquistati sempre o spesso, il 55% qualche volta o raramente nell’ultimo anno.
L’andamento dei saldi. Al boom dell’usato si contrappone l’andamento negativo delle vendite di fine stagione. In occasione dei saldi estivi, da poco terminati nella maggior parte delle regioni italiane, il 61,9% delle piccole imprese della distribuzione moda ha registrato vendite inferiori rispetto allo scorso anno, mentre solo il 27,9% segnala una performance stabile e appena il 10,2% in crescita.
“Se è vero che sempre più persone, per risparmio o sostenibilità, si rivolgono all’usato, la cultura della moda rimane sempre radicata nel DNA degli italiani, come testimonia la ricerca di prodotti griffati anche usati da parte dei più giovani”, commenta Nico Gronchi, Vicepresidente Confesercenti. “Certamente, però, non ha più quel peso che aveva un tempo: la quota di spesa dedicata dalle famiglie alla moda nel 2023 è stata del 5,2%, un vero crollo se raffrontato al 13,6% del 1992. La tendenza al riuso, di per sé non negativa, determina però implicazioni non positive per la filiera della moda. In particolare sul web, dove la presenza di una gran quantità di ‘articoli con il cartellino’, di fatto nuovi, solleva dubbi sulla presenza di pratiche scorrette: mancano i controlli. Bisognerebbe invece sostenere gli acquisti ecosostenibili nei negozi, anche investendo in green corner dedicati ad usato ‘certificato’ e a prodotti che usano materiali riciclati. Sarebbe un investimento per il futuro: sostenibilità e digitalizzazione spingeranno sempre di più l’economia, influenzando anche le abitudini di acquisto. Sostenere l’impresa diffusa con strumenti e incentivi che permettano di agganciare questi grandi trend globali sarà una delle sfide più importanti da affrontare nei prossimi anni”.
Concessionari percepiti come privilegiati ma non è così: in dieci anni sparite oltre 22mila imprese del commercio su aree pubbliche
L’intervento che, secondo indiscrezioni di stampa, il Governo si appresta a varare sulle concessioni del commercio su area pubblica è oltremodo preoccupante: si corre ai ripari per tacitare l’Europa, ma lo si fa con un provvedimento che definire assurdo è riduttivo. Così Maurizio Innocenti, Presidente di Anva Confesercenti.
A 14 anni dal recepimento della direttiva Bolkestein, tra norme di varia natura che si sono mosse “sulle sabbie mobili”, affondando e riemergendo tra disperati tentativi di trovare finalmente terreno stabile, il Governo sembra apprestarsi – senza che se ne comprenda la ratio – a adottare disposizioni che disconoscono, di fatto, i diritti acquisiti dagli operatori. Ci si domanda: ma l’Europa chiede davvero questo?
Gran parte delle concessioni dei mercati ambulanti, grazie a provvedimenti adottati dalle diverse regioni e comuni, ha scadenza tra il 2029 e il 2032. Tuttavia, da quanto trapela, si vorrebbe ora negare tale diritto, riducendo la durata delle concessioni legittimamente rinnovate e sopprimendo le norme della legge sulla concorrenza del 2022, che avrebbero consentito il completamento dei rinnovi in vista di una revisione delle regole per il rilascio delle concessioni, sulla base di nuove linee guida. Un obbrobrio giuridico!
E parliamo, si badi bene, di mercati in cui non vi è impedimento a operare per chi non è già concessionario, dato lo stato di crisi del settore, evidente a tutti, e la conseguente disponibilità di posteggi. Esclusi i mercati rionali (quelli giornalieri, per intenderci), l’occupazione del suolo da parte dei “commercianti ambulanti” è inoltre limitata a poche ore alla settimana. Ha senso mettere a bando migliaia di concessioni che di fatto hanno un valore commerciale pressoché nullo e non creano certamente privilegi? Si rischia così di attivare procedure burocratiche che, dopo l’approvazione dell’ultima legge annuale sul mercato e la concorrenza, speravamo di poter evitare.
Purtroppo, il caso del rinnovo delle concessioni degli “ambulanti” ha ingenerato in qualche zelante euroburocrate – sorretto dalla totale ignoranza dei decisori politici, in totale condizione di miopia sullo stato del comparto – la percezione dei concessionari come dei veri e propri privilegiati che godrebbero inopinatamente di un bene che in realtà è utilizzato solo per poche ore settimanali fornendo un prezioso servizio ai cittadini, nel rispetto delle regole. Non è così: si tratta di un comparto già in grave difficoltà, anche e soprattutto a causa di questi tre lustri di incertezza che hanno fatto crollare gli investimenti.
Una difficoltà certificata dall’emorragia di imprese: tra il 2014 ed il 2024 ne sono sparite, senza essere sostituite, 22.315. Il provvedimento di cui si parla in queste ore, se approvato, troverà la nostra netta opposizione, e Anva Confesercenti avvierà tutte le azioni necessarie a contrastarlo.
Nella Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato l’Avviso previsto dall’art. 13-ter, comma 15, del decreto-legge n. 145/2023, che annuncia l’avvio della Banca Dati nazionale delle strutture ricettive e degli immobili destinati a locazioni brevi o turistiche, insieme al portale telematico (BDSR) del Ministero del Turismo per l’assegnazione del Codice Identificativo Nazionale (CIN).
A partire dal 3 settembre 2024, conclusa la fase sperimentale, la Banca Dati delle Strutture Ricettive sarà operativa su tutto il territorio nazionale. Dal giorno di pubblicazione dell’Avviso, avrà inizio un periodo di 60 giorni entro il quale entreranno in vigore le disposizioni previste dall’art. 13 ter del Decreto Legge n. 145/2023, che regola le locazioni turistiche, le locazioni brevi, le attività turistico-ricettive e il codice identificativo nazionale. Di conseguenza, gli obblighi e le sanzioni stabiliti da tale normativa si applicheranno a partire dal 2 novembre 2024. Maggiori info
Sono obbligati a richiedere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) i seguenti soggetti:
I titolari o gestori di strutture turistico-ricettive, sia alberghiere che extralberghiere, come definite dalle normative regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano.
I locatori di unità immobiliari destinate a contratti di locazione per finalità turistiche.
I locatori di unità immobiliari destinate a locazioni brevi, secondo l’articolo 4 del decreto-legge n. 50/2017.
Per richiedere il CIN, i soggetti interessati devono accedere alla piattaforma della Banca Dati nazionale delle Strutture Ricettive (BDSR) con SPID o CIE e completare la procedura.
Termini per richiedere il CIN:
Chi ha già un codice identificativo regionale o provinciale prima dell’applicazione del CIN ha 60 giorni di tempo per richiedere il CIN, a partire dall’effettiva applicazione delle disposizioni (120 giorni complessivi dalla pubblicazione dell’Avviso del 3 settembre 2024). Dopo tale termine, saranno applicate sanzioni.
Chi ottiene il codice identificativo regionale o provinciale dopo il 2 novembre 2024 ha 30 giorni per richiedere il CIN. Superato questo termine, sarà soggetto a sanzioni.
In Regioni o Province autonome che non prevedono codici regionali o provinciali, l’obbligo di richiedere il CIN scatta dal 2 novembre 2024, con l’obbligo di esporlo negli annunci e all’esterno della struttura. La mancata esposizione comporta sanzioni.
Se una Regione o Provincia autonoma prevede un proprio codice ma non lo attribuisce nei tempi stabiliti, si hanno 10 giorni dalla scadenza del termine per richiedere il CIN nazionale.
Dal 2 novembre 2024, in caso di violazione delle disposizioni dell’art. 13 ter del D.L. n. 145/2023, sono previste le seguenti sanzioni:
Sanzione da 800 a 8.000 euro per il titolare di una struttura turistica (alberghiera o extralberghiera) o per chi concede in locazione un immobile privo di CIN.
Sanzione da 500 a 5.000 euro per la mancata esposizione del CIN all’esterno dello stabile o negli annunci, con l’immediata rimozione dell’annuncio irregolare.
Sanzioni previste dalle normative di sicurezza per chi concede in locazione immobili senza i requisiti di sicurezza, se l’attività è svolta in forma imprenditoriale.
Sanzione da 600 a 6.000 euro per chi affitta immobili senza dispositivi di rilevazione di gas o monossido di carbonio e senza estintori portatili conformi alla legge.
Sanzione da 2.000 a 10.000 euro per l’attività di locazione turistica in forma imprenditoriale senza SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
Il Ministero ha confermato che restano valide le disposizioni riguardanti i codici identificativi previsti dalle normative di Regioni, Province Autonome e Comuni. Sul sito del Ministero del Turismo sono disponibili i contatti per informazioni sul CIN, oltre ai link alle FAQ in aggiornamento e alla pagina dedicata alla Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR).
Comunichiamo che i nostri uffici rimarranno chiusi dal 12 al 23 Agosto 2024, con ripresa delle normali attività lunedì 26 Agosto 2024. Per eventuali urgenze durante il periodo di chiusura sarà disponibile il seguente recapito:
- Verona ricorda Giuseppe Corso
- 58ma Fiera del Parmigiano Reggiano di Montagna
- Verso i 7 mila metri per sostenere "La Grande Sfida"
- Confesercenti e Estate Teatrale Veronese
- Saldi estivi in Veneto al via dal 6 luglio fino al 31 agosto 2024
- Dehors, Fiepet Confesercenti: 3 italiani su 4 ne hanno un giudizio positivo
- Confesercenti Veneto: commercio e logistica, la necessità di una normativa regionale
- Pane & Pace si aggiudica il premio «Guardiano del Gusto» 2024
- Presentate Le Piazze dei Sapori XXII edizione
- Comunicazione chiusura uffici 25-26 aprile 2024