Menu Associazione
Menu Servizi
Menu News
Menu Eventi
Menu Contatti
“Servono indennizzi a fondo perduto non solo per la mancata attività, ma anche per la riapertura”
“Gli operatori del commercio su area pubblica sono l’unica categoria per la quale non sono state comunicate date di riapertura, né certe né probabili. A quanto pare la nostra categoria non è degna di attenzione, nonostante sia formata da 200mila imprese e 400mila addetti e muovesse, prima del coronavirus, un fatturato di 10 miliardi di euro circa”.
Così Maurizio Innocenti, Presidente della Anva, l’associazione nazionale dei venditori ambulanti, commenta l’annuncio del DPCM del 26 aprile.
“Le 200mila imprese del settore sono in gravissima difficoltà: ogni giorno di inattività fa sparire 27 milioni di euro di fatturato. In una situazione come questa, abbiamo bisogno di certezze: dobbiamo sapere come e quando potremo ripartire, quali accortezze dovremo mettere in campo e con quali tempi. Non è tollerabile questa mancanza di chiarezza: le imprese, in particolare in questi casi, devono poter programmare l’attività. Abbiamo bisogno, sempre di più, anche di sostegni: quanto fatto finora non è stato sufficiente. Servono indennizzi a fondo perduto non solo per la mancata attività, ma anche per la riapertura. Non si può non tenere conto che ci sono dei costi aggiuntivi da sostenere, per di più in assenza di ricavi”.
Fase2, firmato il nuovo decreto del governo - L'Italia progressivamente riapre, ma il commercio deve aspettare il 18 maggio: le attività di vendita finora chiuse lo rimarranno ancora fino a quella data.
Per bar, ristoranti e locali di somministrazione in genere apertura dal 1° giugno ma per il settore della somministrazione sarà consentito l'asporto a partire dal 4 maggio: accolta la richiesta di Confesercenti.
Continuano a essere possibili per tutti le consegne a domicilio.
Leggi il testo del decreto: bit.ly/Dpcm26Aprile2020
Leggi l'articolo di Repubblica: bit.ly/RepubblicaConteFase2
In un momento di emergenza sanitaria a livello mondiale, è fondamentale esprimere tutta la vicinanza e gratitudine a coloro che, tutti giorni in prima linea nel Paese, soccorrono i malati colpiti da Covid-19 e le persone in difficoltà. Per questo, Confesercenti si è attivata per offrire un contributo concreto all’indispensabile lavoro dalla Croce Rossa Italiana, sia sul fronte delle attività sanitarie che su quello dell’assistenza alla popolazione, donando due ambulanze attrezzate per il soccorso urgente.
Così Confesercenti in una nota sull’emergenza coronavirus.
“Un segno di riconoscenza da parte delle imprese – afferma la Presidente Patrizia De Luise – per il prezioso impegno svolto da tutti gli operatori della Croce Rossa sul territorio nazionale in questa difficile fase storica: si tratta di servizi di massima priorità nei confronti dei cittadini italiani, soprattutto nei confronti delle fasce più deboli della società”.
“Siamo felici e orgogliosi che una realtà importante per la vita del nostro Paese come Confesercenti abbia deciso di sostenerci in questo momento così difficile”, dichiara Flavio Ronzi, Segretario Generale della Croce Rossa Italiana. “Il mondo delle attività commerciali, turistiche e dei servizi, nonostante la contrazione dettata dalle misure di contenimento del contagio, ha dimostrato una generosità straordinaria, donandoci due ambulanze completamente attrezzate, destinate ai nostri Comitati nelle zone maggiormente colpite, che rafforzano la nostra capacità di risposta e rimarranno a disposizione del territorio anche quando sarà cessato lo stato di emergenza.”
Si informa che a partire dalle ore 15.00 di oggi è entrata in vigore la nuova ordinanza della Regione Veneto sottoscritta dal Presidente Zaia.
Tra le modifiche apportante dall'Ordinanza, segnaliamo di seguito le più rilevanti:
- possibilità per gli esercizi commerciali di vendere cibo ANCHE DA ASPORTO, oltre alla consegna a domicilio che continua ad essere fattibile come in precedenza; continua a permanere in vigore il divieto di consumo all'interno dello stesso esercizio commerciale;
- possibilità per gli esercizi commerciali che vendono esclusivamente abiti e scarpe per bambini, cartolerie e librerie di aprire i negozi per tutta la settimana e non più per soli due giorni alla settimana;
- possibilità di vendita nei mercati e nelle analoghe forme di vendita su area pubblica o privata di abbigliamento e scarpe per bambini, nonché di prodotti florovivaistici.
Per una lettura integrale del Decreto Regionale di cui in oggetto, Vi consigliamo vivamente di guardare l'allegato.
Ecco il modulo per richiedere la garanzia fino a 25 mila euro. MiSE, MCC e ABI al lavoro per accelerare tutte le procedure.
Il Decreto Liquidità ha ricevuto il via libera dalla Commissione Europea che autorizza dunque le nuove regole per garanzie a imprese e professionisti.
Il Ministero dello Sviluppo Economico e il Mediocredito Centrale sono al lavoro insieme all’ABI per sveltire le procedure e rendere attivi e disponibili, in tempi brevi, tutti i sistemi informatici e la modulistica necessaria alla richiesta di garanzia per i beneficiari delle misure.
Ad ora, è già disponibile il modulo per la richiesta di garanzia fino a 25mila euro, che il beneficiario deve compilare e inviare per email alla banca o al confidi al quale si rivolgerà per richiedere il finanziamento.
- Coronavirus: “fermare strage nella RSA, ora servono più controlli”
- Coronavirus, ecco tutte le attività imprenditoriali consentite – AGGIORNATO al Dpcm 10 aprile
- Nuove riaperture: firmato il DPCM del 10 aprile 2020
- FISCO – Versamenti, ritenute, bolli, prima casa, certificazione unica: ecco le sospensioni e le proroghe stabilite dal “decreto liquidità”
- Grazie di CUORE per la solidarietà delle piccole imprese
- Confesercenti e Italia Comfidi uniti a sostegno delle imprese
- Coronavirus: arriva il codice tributo per credito imposta canone locazione negozi e botteghe
- Coronavirus: nuovo modello di Autocertificazione e Dichiarazione per la Prefettura
- Comune di Verona. Proroga pagamento tasse comunali
- Per il commercio resta in vigore il Dpcm dell’11 marzo integrato dall’ordinanza del Ministero della Salute e da quella della Regione Veneto del 20 marzo