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2022 Cristina Giussani Confesercenti Veneto
Bene il taglio del cuneo fiscale, rafforzare le misure contro caro-bollette se le tariffe tornano a correre. Prosegue il rallentamento della corsa dei prezzi. La revisione al ribasso dell’indice a marzo conferma la fase di decelerazione dell’inflazione. Un risultato raggiunto grazie al calo dei prezzi energetici, in particolare quelli non regolamentati, che comunque registrano ancora una dinamica del 19%. La frenata dell’energia potrebbe essere inoltre solo temporanea: la possibilità di ulteriori aumenti delle tariffe di gas e luce – confermata nei giorni scorsi dall’ARERA – potrebbe dare nuovamente una spinta ai prezzi. Così Confesercenti Veneto, attraverso la sua presidente Cristina Giussani commenta il dato definitivo sui prezzi a marzo, diramato oggi da Istat.
"Il segnale di miglioramento sul fronte dei prezzi va accolto con favore. Invito tuttavia alla massima cautela. Il caro spesa ha già comportato il drastico calo del potere d’acquisto degli italiani ed è ormai finito l’effetto “cuscinetto” dato dai risparmi. Il carrello della spesa che resta sempre a doppia cifra, ha costretto le famiglie a modificare i propri comportamenti d'acquisto i dati delle vendite lasciano quindi poche speranze e mostrano come l’effetto dell’inflazione abbia già cominciato a tradursi in meno incassi un po’ in tutti i settori. A ciò si aggiungono i timori relativi alle nuove tensioni sul mercato dell’energia che fanno ritenere necessario il mantenimento dei sostegni a favore delle famiglie per far fronte al caro-bollette”. Per Confesercenti, in questo quadro, è senz’altro positiva la previsione di riduzione del cuneo fiscale, intervento che aiuterebbe a frenare la perdita di potere d’acquisto dei redditi più bassi. L’impatto positivo, però, rischia di essere annullato da un ritorno all’aumento delle tariffe energetiche. In questo caso, occorrerebbe rafforzare ulteriormente le misure contro il caro-bollette varate dal Governo. Serve già ora un intervento più incisivo per le imprese: l’attuale flessione di gas e luce non è, infatti, sufficiente a dare respiro alle PMI del commercio e del turismo, che quest’anno si troveranno comunque a pagare una bolletta fino a 4 miliardi di euro più pesante rispetto a quella del 2021.