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Servizio mensa in attività di pubblico esercizio a norma del DPCM 2 marzo 2021
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Gli Operatori economici del settore della somministrazione di alimenti e bevande possono effettuare attività di mensa continuativa ai sensi del DPCM 2 marzo 2021 contenente misure urgenti di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale.
Secondo recenti orientamenti interpretativi, è possibile l’attivazione di tale servizio esclusivamente alle seguenti condizioni:
- stipulazione di un regolare contratto/convenzione tra l’esercente l’attività di somministrazione di alimenti e bevande ed il datore di lavoro (azienda) che preveda lo svolgimento del servizio di ristorazione (“mensa”) a favore dei dipendenti. Come da indicazioni rese dal Ministero dell'Interno, il titolare di Partita IVA o il libero professionista non possono instaurare tale rapporto contrattuale;
- stesura di un elenco dei lavoratori beneficiari del servizio il cui nominativo deve essere predeterminato dal datore di lavoro e comunicato all’esercente. Quest'ultimo dovrà scrupolosamente verificare la corrispondenza dei nominativi in occasione dell’accesso al locale;
- i citati documenti dovranno essere conservati presso l'esercizio e dovranno essere prontamente esibiti in caso di controllo da parte degli Organi preposti;
- rigoroso rispetto dei protocolli o linee guida per la sicurezza e la prevenzione della diffusione del COVID-19 (distanziamento interpersonale, sanificazione degli ambienti, utilizzo dispositivi di protezione, ecc.).
Al fine di monitorare il numero degli aderenti, il titolare dell’attività dovrà inviare una comunicazione al Comune a mezzo PEC.
Servizio mensa aziendale - ristoranti: il Prefetto di Verona fa chiarezza sulla norma
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E' possibile per i ristoranti, chiusi per disposizione generale, svolgere l'attività di mensa per singole (anche compresenti) aziende, con predeterminazione dei dipendenti legittimati ad accedere e sulla base di una convenzione tra azienda ed esercizio di ristorazione.
Tale ambito di applicazione è vincolato dall'osservanza dei protocolli o linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio in tema di somministrazione di cibi e bevande, nonché della legislazione vigente in tema di attività produttive.
Pertanto, gli esercizi che intendono effettuare i servizi di mensa o catering continuativo su base contrattuale debbono disporre dei requisiti tecnici e amministrativi necessari allo svolgimento dei predetti servizi, sotto la primaria sorveglianza dei competenti organi comunali.
Relativamente alla verifica del rispetto delle misure di contenimento del rischio di contagio, gli organi accertatori sono tenuti a verificare:
a) il rispetto degli specifici protocolli o linee guida dirette a prevenire il contagio;
b) la sussistenza di un regolare contratto fra l'esercente e un datore di lavoro, che giustifichi lo svolgimento dell'attività di mensa o Catering continuativo;
c) la verifica tra i presenti nei locali della corrispondenza dei soli lavoratori individuati in uno specifico elenco dal proprio datore di lavoro, quali beneficiari del servizio contrattualizzato.
Asporto si o no, facciamo chiarezza!
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In questi giorni la confusione per il mondo della somministrazione, bar, ristoranti, pub, è massima.
Scelte incomprensibili, difficili da spiegare agli operatori del settore, figuriamoci ai cittadini.
Pensiamo sia utile fare chiarezza sul tema asporto.
Tutti i ristoranti, pizzerie, ecc., potranno continuare l’attività di asporto anche dopo le 18, fino alle 22, sia in zona gialla, sia in zona arancione, sia in zona rossa.
Questa sarà impedita solo ai bar e alle rivendite con codici ateco 56.3 e 47.25, e solo dopo le 18 (il Governo ha confermato il divieto della vendita da asporto per i bar che non effettuano anche servizi di cucina a partire dalle 18).
Associazioni al Mise, presenteremo un piano di interventi per ripartire
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Le rappresentanze dei pubblici esercizi incontrano Patuanelli: “Presenteremo un piano di interventi per ripartire”.
È fissato per lunedì prossimo alle 16 l’incontro tra i vertici di Fipe-Confcommercio, Fiepet Confesercenti Nazionale, i sindacati dei lavoratori del settore e il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. L’incontrò era stato richiesto con una lettera dalle stesse associazioni delle imprese del settore e dai sindacati dei lavoratori - Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil- il 4 gennaio scorso.
Obiettivo dell’incontro é quello di individuare un piano di interventi efficaci e coordinato a sostegno dei lavoratori e delle imprese della ristorazione e dell'intrattenimento, messi in ginocchio da mesi di sostanziale inattività, da una perdurante incertezza e misure di indennizzo non sufficienti.
“Presenteremo un documento unitario – sottolineano Fipe e Fiepet – con proposte immediatamente implementabili nel decreto legge "Quinques", in fase di predisposizione da parte del Governo, sui temi degli affitti, del lavoro, della liquidità, delle concessioni e dei ristori.
Sono proposte che stiamo avanzando da tempo, ci auguriamo che portarle all’attenzione del Ministro in modo unitario e organico possa rappresentare la svolta necessaria per mettere la categoria nelle condizioni di lavorare con continuità, sicurezza e serenità.
Siamo una componente essenziale del Prodotto Interno del Paese, con 300mila imprese e più di un milione di addetti.
Noi presenteremo le nostre proposte, dall’incontro vorremo uscire con un impegno e un cronoprogramma preciso su indennizzi e aperture.”
Unisalute e Confesercenti vicini agli imprenditori, sempre!
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Ricordiamo che per i soci Confesercenti che risultano positivi al covid c'è una diaria compresa nel tesseramento grazie all'accordo con Unisalute.
Chiedici informazioni, siamo a tua disposizione!