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La presidente di Confesercenti interviene sulle nuove regole UE sui pagamenti arretrati in vigore dal prossimo 1 gennaio

Nuove regole europee sul default in vigore dal 1° gennaio. La presidente di Confesercenti Patrizia De Luise ha lanciato l’allarme sulle pagine del Sole 24ore in un articolo che riportiamo di seguito: «A gennaio oltre 42mila attività saranno a rischio default».

Una spada di Damocle per migliaia di piccole attività del commercio, industria, artigianato e servizi. «Le nuove regole europee sul default rischiano di mandare in tilt il sistema del credito italiano – rimarca la presidente – e in un momento di grave difficolta potrebbero contribuire a spingere migliaia di attività verso i finanziamenti illegali».

Dal 1° gennaio basterà un arretrato di oltre 90 giorni, superiore all’1% dell’esposizione totale verso l’istituto di credito – anche se di soli 100 euro – per far classificare l’impresa in default. E gli istituti peggiorano automaticamente la posizione dei creditori.

«Una stretta che verrà avvertita ancora di più per la prevista fine delle moratorie, per ora fissata al 30 gennaio. Già oggi, calcoliamo che 15mila imprese resistano solo perché protette dalle varie misure varate per contrastare gli effetti negativi della crisi – precisa De Luise -. In altre parole, in mancanza di tali sostegni – dalle moratorie ai crediti garantiti – queste 15mila imprese si troverebbero già adesso in sofferenza, a prescindere dai cambiamenti normativi. Con l’arrivo delle nuove soglie, stimiamo che il numero di imprese in sofferenza potrebbe quasi triplicare, soprattutto se come sembra presumibile lo stato d’emergenza economico-sanitaria dovesse protrarsi, causando un periodo di stagnazione o recessione anche nel primo trimestre 2021».

Uno scenario che rischia di spalancare le porte ai canali alternativi di accesso alla liquidità e all’usura. «L’aumento delle infiltrazioni criminali nel tessuto produttivo è un rischio molto concreto. Avvertiamo, in alcuni territori, segnali preoccupanti in questa direzione. Per disinnescare questa situazione potenzialmente esplosiva, è necessario prorogare i sostegni e le moratorie oltre a un immediato intervento pubblico di patrimonializzazione dei confidi», avverte Patrizia De Luise che chiede al Governo interventi di sostegno a favore delle imprese.

«Il Dl Liquidità di aprile aveva previsto la possibilità di imputare al fondo consortile, al capitale sociale o a una apposita riserva i fondi rischi e gli altri fondi o riserve patrimoniali costituite da contributi pubblici. Una misura virtuosa approvata dal Parlamento, che consente di attribuire le risorse al patrimonio netto dei Confidi, anche ai fini di vigilanza, ma che rimane lettera morta. Ad oggi, nonostante i numerosi solleciti, non risulta avviato il processo di notifica alla Commissione Europea da parte dei ministeri competenti». Una situazione di stallo che stoppa ogni chance d’intervento. «Non capiamo come in questa situazione si possa congelare così una norma di legge che agevolerebbe l’accesso ai finanziamenti delle Pmi, sottoposte attualmente a enormi sacrifici» si chiede la presidente che ha scritto al premier Conte proprio per chiedere chiarimenti. Una possibile soluzione arriverebbe dai Confidi che potrebbero dare una boccata d’ossigeno e di liquidità alle aziende.