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Carta per i diritti delle persone anziane e i doveri della comunità
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Ritenendo di fare cosa gradita, si trasmette in allegato l'opuscolo denominato "Carta per i diritti delle persone anziane e i doveri della comunità", predisposto dal CUPLA in collaborazione con le federazioni dei pensionati, FIPAC in prima linea. Fipac, Federazione Italiana Pensionati Attività Commerciali, Turistiche e dei Servizi, è la Federazione di rappresentanza degli over 60, promossa da Confesercenti.
Il CUPLA, il Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo è composto da 8 Associazioni Nazionali dei Pensionati (ANAP Confartigianato, Associazione Pensionati CIA, 50 &PIÙ – Confcommercio, CNA Pensionati, Federpensionati Coldiretti, FIPAC – Confesercenti, FNPA Casartigiani, Anpa Pensionati Confagricoltura). Il CUPLA, che rappresenta oltre 5 milioni di pensionati del mondo del lavoro autonomo, si propone di promuovere nei confronti del mondo politico e delle Istituzioni italiane ed europee gli interessi e le istanze dei pensionati e degli anziani attivando gli strumenti idonei e adottando ogni iniziativa affinché venga riconosciuto il loro ruolo attivo nella società, venga data risposta alle loro aspettative e ai loro bisogni sociali e sanitari, vengano tutelati i loro redditi e il potere di acquisto delle loro pensioni. Il CUPLA è presente a livello nazionale e a livello decentrato.
Come stanno le imprese?
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Facciamo il punto sul comparto imprese a cura di Paolo Pagliaro.
Le piccole medie imprese del Commercio del turismo e dei servizi sono un milione e 800 mila, danno lavoro a circa 7 milioni di persone e sono dunque una parte decisiva del tessuto economico italiano che intreccia il proprio destino con il loro. Per queste imprese spesso familiari, adesso il sentiero si è fatto improvvisamente impervio, pessima notizia, considerando che sono responsabili del 28% dell'occupazione Nazionale. Pesano due anni di pandemia con effetti dirompenti sui consumi, pesano la crisi energetica e il balzo dell'inflazione, pesa la nuova concorrenza delle piattaforme digitali. I conti li hanno fatti tre istituti di ricerca, Cer, Ipsos e Centro Studi turistici di Firenze: nel primo anno segnato dal covipd la spesa per consumi è diminuita di 107 miliardi, mentre quest'anno l'inflazione ha ridotto drasticamente il reddito disponibile delle famiglie e di nuovo si misurano gli effetti sui consumi che a settembre sono il volume del 2,7%, rispetto all'anno scorso ma il calo per gli alimentari e del 4,5. L'economia ha ancora una dinamica positiva che dovrebbe portare il PIL a crescere quasi del 4% alla fine dell'anno ma sappiamo che le prospettive per il 2023 non sono così rosee. I redditi e i consumi delle famiglie arretreranno sui livelli del 2016. Peserà anche l'aumento dei tassi di interesse che per le imprese del settore si tradurrà in un aggravio del costo dei finanziamenti di almeno 9 miliardi nel corso del prossimo triennio. L'altro tasto dolente è l'inflazione, parola che negli ultimi anni avevamo rimosso, ha un incremento dei prezzi che quest'anno si aggirerà attorno all'8%, seguiranno altri tre anni con il segno più anche se i rialzi saranno di dimensioni più contenute. Complessivamente nel quadriennio l'aumento dei prezzi comporterà un'erosione del potere d'acquisto delle famiglie di 22 miliardi che significa raggiungere le prospettive di spesa per consumi di almeno 17 miliardi. Aumentano dunque le difficoltà per le imprese del settore commercio, ce ne sono 73 Mila in meno rispetto al 2016, solo negli ultimi tre anni hanno chiuso in 30.000. La vita media delle aziende si è notevolmente accorciata meno della metà ormai raggiunge i 5 anni di attività. Un quadro reso ancora più difficile per i negozi dalla competizione con l'online, tra pandemia e nuove abitudini di consumo, l'e-commerce ha preso letteralmente il volo e nei prossimi cinque anni da ridistribuzione delle quote di mercato tra online e canali fisici metterà fuori gioco 60.000 piccoli esercizi con 100 mila posti di lavoro perduti. E' più incoraggiante, ma non ancora sufficiente, la ripartenza del comparto turistico nonostante l'uscita dall'incubo lockdown tra gennaio e agosto di quest'anno le presenze si sono fermate a 292 milioni un aumento del 46% sul 2021, ma pur sempre l'11,5% in meno rispetto al 2019. A mancare sono soprattutto le presenze straniere lontane ancora del 15% rispetto ai livelli pre-pandemia, neanche la domanda italiana e del tutto recuperata con presenza che sono i 7,6% in meno rispetto al 2019. Pesa anche qui il caro energia che per il comparto ristorazione ricettività e servizi di catering vale un esborso aggiuntivo di quasi 3 miliardi e mezzo nel settore del terziario del turismo è diventata acuta la questione del lavoro il numero di contratti collettivi nazionali depositati al CNEL ha raggiunto a fine 2021 quota 992, una cifra esorbitante. Oltre 100 di questi contratti riguardano il comparto di cui ci occupiamo, molti, troppi, sono contratti pirata che coprono abusi e propongono condizioni normative e salariali al ribasso e generano dumping e lavoro povero che poi alimenta il ricorso ai sussidi statali. Quest'anno a turismo e ristorazione sono mancate circa 300 mila figure professionali hanno incontrato grandi difficoltà. Non solo alberghi e ristoranti e negozi ma anche tour operator e azienda di trasporti, parchi di divertimento, centri termali, agenzie di viaggi. Qualcuno ha dovuto chiudere i battenti, ci sono stati oneri che non erano previsti come la riforma degli ammortizzatori sociali che costerà alle piccole imprese oltre 900 milioni l'anno e c'è stato il consueto accanimento burocratico. Provvedimenti varati con le migliori intenzioni come il decreto trasparenza hanno prodotto lettere di assunzione chilometriche complicate in questi giorni tra l'Immacolata e le feste di Natale, si capirà che anno è stato e soprattutto se i conti tornano. C'è un moderato ottimismo, anche se le cifre che riguardano presenze e consumi saranno ancora lontane da quelle precovid. La manovra di bilancio varata al governo tampona le falle causate dal caro energia, ora ci si attende che una spinta possa venire dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nel terziario la resilienza c'è stata per la ripresa, c'è invece ancora molto da fare.
Assemblea 2022 Confesercenti – Video e materiali
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Dalla Sala delle Armi del Foro Italico di Roma i lavori dell’Assemblea 2022 di Confesercenti, martedì 13 dicembre. Dopo il saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il videomessaggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, gli interventi del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone, del Ministro del Turismo Daniela Santanchè e del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. A chiudere l’Assemblea, la Relazione della Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise e l’intervento del VicePresidente del Consiglio Matteo Salvini.
Il programma
Il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il videomessaggio del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni
“La difficile ripresa” – Il punto di Paolo Pagliaro – Video
La traccia della relazione della Presidente Patrizia De Luise
I dati principali
Il video integrale dell’Assemblea
Ponte dell'immacolata: le dolomiti battono le città d'arte
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Il Ponte dell'Immacolata sa di montagna. Secondo i dati dell'Osservatorio Regionale sul Turismo, dalle Dolomiti all'Altopiano di Asiago le prenotazioni arrivano al 50%, registrando un + 11,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, confermando un trend molto positivo che fa preannunciare il tutto esaurito nel periodo dal 26 dicembre al 6 gennaio. Segue il turismo termale che registra già prenotazioni al 57%, di qualche punto superiore al 2021 (50%).
Le città d'arte sono sostanzialmente stabili al 40%, con Venezia che non è ancora sold out e Verona che invece si avvicina trainata proprio dalle strutture termali. Chiude la zona del lago con il 34,4%, comunque in crescita (26,6% nel 2021). “Grazie a un calendario favorevole, con la festività dell’8 dicembre che cade nella giornata di giovedì, molti italiani potranno concedersi una meritata vacanza. Ed è proprio il turismo interno a farla da padrone: 9 italiani su 10 stanno in Italia. Il ponte dell’Immacolata è un appuntamento importante per tutta la comunità, perché genera un contributo importante per lo sviluppo del Pil e dell’occupazione – ha dichiarato il presidente di Assoturismo Veneto, Francesco Mattiazzo -. Non saremo altrettanto fortunati invece in occasione delle festività natalizie visto che sia il 25 dicembre che il 1° gennaio 2023, infatti, coincidono con la domenica. Da questo punto di vista, seppure soddisfatti della performance di questo ponte lungo, siamo prudenti nel cantar vittoria, in attesa di verificare che cosa accadrà in occasione del Natale”. Mattiazzo inoltre, sottolinea che vi è una sorta di ritorno all’antico: a giudicare dai dati, si è ricominciato a prenotare con un certo anticipo, strutturandosi in modo molto più solido prima di affrontare una vacanza. "E' un segnale che mette sotto gli occhi di tutti la necessità di far quadrare i conti, stretti tra l'inflazione e il caro bollette".
Moneta elettronica: Confesercenti, problema sono commissioni, non le sanzioni
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Il numero di POS è raddoppiato dal 2015 ad oggi, senza bisogno di multe. Rimane il problema dei costi di utilizzo delle carte che azzerano i margini su alcuni prodotti.
Che la questione delle sanzioni sul POS sia diventata l’argomento più da attenzionare della manovra di bilancio ci pare veramente paradossale. Il problema della moneta elettronica non sono le sanzioni, il problema sono le commissioni. Così Confesercenti.
Un tabaccaio che rinnova un bollo auto da 50 euro ha un margine di guadagno di 1 euro. Se il pagamento del bollo – o di qualunque altro bollettino – viene effettuato con carta di credito, di fatto le commissioni azzerano o quasi il guadagno. Un rifornimento di benzina di 50 euro, pagato con alcune carte di credito, porta addirittura al di sotto dello zero il margine del benzinaio.
Si ritiene che la soluzione per combattere l’evasione fiscale sia rendere obbligatoria l’accettazione dei pagamenti elettronici. Bene. Noi siamo d’accordo. Non ci va di fare passare intere categorie per ‘furbetti’. Si azzerino però i costi di tutte le mini-transazioni con Pos e carte di credito fino a 50 euro e se si vuole, a questo punto, si mantengano pure le sanzioni.
Da sempre pensiamo che una maggiore diffusione ed utilizzo delle carte di credito e debito sia opportuna ed utile. Anche perché pure gestire il contante è un onere: non sono costi immediatamente visibili ma ci sono, dal rischio rapine alla necessità di assicurazioni e sistemi di sicurezza, il problema delle banconote false, etc… Proprio per questo, i POS sono stati adottati dalle imprese anche senza sanzioni: nel 2021 ce n’erano 3,9 milioni, oltre il doppio del numero del 2015. E anche le transazioni in moneta elettronica sono letteralmente esplose negli ultimi due anni, complice la pandemia: nel 2021 sono state circa 3,8 miliardi, il 52% in più del 2019.
E il totale del transato ha toccato i 183,6 miliardi di euro, il 35% in più. Anche il 2022 è partito con l’acceleratore: nei primi sei mesi le sole carte di debito hanno totalizzato oltre 98 miliardi di euro in 2,1 miliardi di operazioni, il 20% in più dello stesso periodo del 2021. Un boom che però ha dei costi notevoli per gli esercenti: circa 772 milioni di euro l’anno, fra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo. Per questo da sempre chiediamo, in particolare per alcune categorie, l’azzeramento delle commissioni sui piccoli pagamenti. Modernizziamo la rete, dotiamo tutti di POS e a lettura veloce contactless. Anche per quanto ci riguarda, riteniamo giusto che chi vuole pagare con la carta di credito lo possa fare. Ma fino a che non si saranno compensazioni con i costi delle commissioni, non si può chiedere di accettare i pagamenti via POS e rimetterci. Specialmente sui servizi utili per i cittadini – come i pagamenti dei bollettini, delle multe ed altro – che con la riduzione di bancomat e uffici postali sul territorio (ne sono scomparsi circa 8.700 dal 2015) si sono trasferiti presso negozi, edicole e tabaccai. Ma con 10 bollettini da 100 euro al giorno pagati con alcune carte, il commerciante ci rimette dieci euro.
Rimane poi il tema della percentualizzazione delle commissioni, direttamente proporzionali all’importo pagato, che almeno dovrebbe favorire l’azzeramento dei costi per i pagamenti minimi. Questo darebbe davvero una mano alla diffusione della moneta elettronica.