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«Un regolamento che non garantisce nulla e lascia molti dubbi». Così Fabrizio Tonini, direttore di Confesercenti Verona, interviene sull’approvazione del regolamento per i mercati a kilometri zero da parte del consiglio comunale di San Giovanni Lupatoto, un documento che, secondo la stessa associazione di categoria, allarga ancora di più le maglie delle regole imposte agli agricoltori, favorendo, così, una vera e propria concorrenza sleale: «Abbiamo appreso dai quotidiani che il consigliere Gianmario Piccoli ha garantito il rispetto degli adempimenti fiscali, ma di quali sta parlando, visto che per questo tipo di attività il pagamento delle tasse non avviene sugli incassi? È chiaro che in questo modo si possano tenere prezzi bassi e guadagnarci comunque molto, in barba ai negozi che devono rispettare decine di regole e sono continuamente sotto la lente dei controlli».

A confermare la tesi del direttore di Confesercenti Verona sarebbe uno dei punti inseriti nel regolamento, secondo il quale si impone un calmiere sui prezzi rispetto a quelli medi praticati al mercato ortofrutticolo di Verona: «Si impone che la merce non debba superare il 20-30 per cento di quanto risulta dal listini di Verona Mercato, ma questi sono gli stessi prezzi praticati dai commercianti. Quindi, a conti fatti, l’agricoltore guadagna il doppio di un commerciante e senza pagarci le tasse, visto che può saltare il passaggio del mercato ortofrutticolo e vendere direttamente».

«Questa tipologia di vendita ha perso, o forse non ha mai avuto, le caratteristiche e le finalità per cui sarebbe nata, al punto che nel regolamento del consigliere Piccoli si è inserita anche una deroga che permette agli agricoltori di vendere prodotti che provengono da coltivazioni lontane fino a 100 kilometri dai limiti provinciali. Quindi che mercatino a kilometri zero sarebbe? A San Giovanni potremmo avere i porcini del trentino e il Radicchio Rosso di Treviso, o magari con altre deroghe il pesce della laguna direttamente sui banchetti degli agricoltori».

«Ognuno deve fare il suo mestiere – ha concluso Fabrizio Tonini – e ai contadini spetta quello di produrre e non di vendere. Esistono già degli spazi a loro dedicati durante il mercato settimanale del venerdì e inoltre sono facilitati perché possono vendere direttamente nel loro fondo, quindi non vediamo l’opportunità di dare altre agevolazioni ad una categoria a scapito di un’altra. Per gli agricoltori che vogliono intraprendere la strada della vendita diretta esiste la possibilità, come per tutti, di aprire un’attività seguendo le direttive di legge. Ora valuteremo tutte le strade possibili per arginare questo fenomeno, nell’attesa che anche per queste cose, visto che di vendita si tratta, vengano interpellate le associazioni di categoria preposte, come quella che rappresento».