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A22 Stop ai mezzi sup. 7,5 tonnellate
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La Prefettura Di Verona informa che è fatto divieto di circolazione sull'autostrada A22 del Brennero da Vipiteno al confine di Stato per i giorni 03/10/2022 e 26/10/2022 per gli automezzi di peso superiore a 7,5 tonnellate.
Dehors e plateatici salvi fino al 31/12 se confermata la bozza del DL Aiuti Ter
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“Se confermata, la proroga dei dehors attualmente nella bozza del Dl Aiuti Ter sarebbe una notizia assolutamente positiva. Anche perché accoglie una nostra richiesta, che avevamo avanzato in una lettera al Presidente del Consiglio Draghi e al Ministro dell’Economia Daniele Franco lo scorso 16 settembre”. Così Giancarlo Banchieri, Presidente nazionale di Fiepet Confesercenti.
“L’estensione è una misura fondamentale per fronteggiare la drammatica situazione che si trovano ad affrontare i pubblici esercizi in questo momento. La crisi economica in atto, conseguente ai rincari della componente energetica, sta generando un nuovo pericoloso vortice per le attività delle nostre imprese, operanti nel settore della ristorazione. Ad oggi, tali rincari hanno portato il costo delle utenze a un livello insostenibile e, peraltro, il quadro è destinato in prospettiva a peggiorare ulteriormente. Senza una proroga dei dehors c’è il forte rischio - quasi la certezza - di un'ulteriore riduzione dell’attività delle imprese, con possibili rilevanti conseguenze sui livelli occupazionali già gravemente impattati dagli effetti della crisi pandemica e dai rincari energetici”
Dl Aiuti Ter: De Luise, “Provvedimenti positivi, accolte nostre proposte. Ora indispensabile tetto a prezzi di luce e gas”
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“Siamo soddisfatti per le decisioni prese oggi dal CDM. Il DL Aiuti Ter accoglie diverse nostre proposte, in primo luogo i prestiti garantiti alle imprese per il pagamento delle bollette, una misura di buon senso che alleggerisce un poco la pressione – oggi insostenibile – sulle attività economiche”.
Così Patrizia De Luise, Presidente nazionale di Confesercenti.
“Bene anche il rifinanziamento del fondo per l’una tantum agli autonomi, un’altra nostra richiesta, così come ci sembra assolutamente positiva l’estensione del credito di imposta alle imprese cosiddette non energivore, anche se avremmo voluto vedere misure per il rifinanziamento della rete dei confidi, essenziali in questa fase per la liquidità delle imprese”.
“Resta però ancora un intervento essenziale da mettere in campo: agire sulle tariffe, imponendo un tetto che le riporti ai livelli medi del 2021 e sganciando il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. In caso contrario, le imprese si troveranno comunque a breve nell’impossibilità di mantenere attività e occupazione”.
Caro bollette, Confesercenti Veneto scrive al Presidente Zaia per interventi urgenti
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Credito d’imposta non più sufficiente: il Presidente della Regione Luca Zaia, si faccia portavoce dell’estremo disagio delle imprese che rischiano di chiudere entro l’autunno.
Confesercenti Veneto ha interpellato il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, chiedendo si faccia portatore a livello nazionale dell’estremo disagio in cui versano le piccole e medie imprese del commercio, turismo e servizi, e che rischiano di chiudere entro l’autunno, a causa dei rincari di luce e gas.
“Il Governo è l’unico interlocutore valido che può intervenire con misure drastiche sul costo delle bollette di luce e gas. Per questo, abbiamo interpellato il Presidente Zaia chiedendogli di portare a Roma al Governo Draghi, ancora l’unico in grado di intervenire prima delle elezioni, l’emergenza che sta vivendo tutta la nostra economia. Il credito d’imposta poteva andar bene mesi fa, ma ora è uno strumento non più sufficiente, si deve intervenire subito per ridurre il costo in bolletta, gli imprenditori non sono in grado di sostenere costi delle energivore triplicati, dunque o licenziano o chiudono” spiega Maurizio Franceschi, direttore Confesercenti Veneto.
Confesercenti chiede che i costi delle bollette siano tenuti in linea a quelli del biennio 2020-2021, quando un bar spendeva in media 6.700 € per le bollette di luce e gas.
“Non è pensabile che lo stesso bar ora passi a oltre 14.000 € , un esercizio di vicinato da 1.900 € a 3.420 € (+80 %), un ristorante da 13.500€ a 29.700 € (+120 %)” sottolinea Franceschi.
“Il caro bollette – conclude il direttore Maurizio Franceschi – sta diventando una variabile incontrollabile per tantissime imprese, un virus che distrugge bilanci e redditività. E questo nonostante gli interventi di sostegno fin qui adottati dal Governo, in autunno si rischia il collasso. Le bollette riducono inoltre drasticamente i budget famigliari con un conseguente crollo dei consumi”.
Il rischio è che il 10% delle imprese esca definitivamente dal mercato.
Visto il periodo di campagna elettorale, nei prossimi incontri con i candidati veneti, Confesercenti chiederà l’impegno dei futuri parlamentari in azioni e interventi a lungo e medio periodo, a sostegno del tessuto imprenditoriale del territorio.
Corre l'inflazione, Verona il capoluogo Veneto più caro, seguita da Padova e Venezia
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3 capoluoghi veneti, Verona, Padova e Venezia tra le 15 città più care d'Italia, ovvero tra i comuni capoluogo di provincia con più di 150.000 abitanti. Lo dice l'Istat, nella rilevazione mensile di agosto 2022, ma è un trend in crescita che prosegue dallo scorso anno.
Se compariamo infatti l'indice su base annua, da agosto 2021 ad agosto di quest'anno, la classifica delle città venete mette sul podio Verona che registra un +9,7%, seguita da Padova +9,1, Vicenza + 9, 055 (esclusa dalla classifica nazionale Istat perchè sotto i 150mila abitanti), Treviso +8,8 (esclusa per gli stessi motivi), Venezia +8,6, chiude Rovigo con +7,9.
Prezzi in aumento e consumi in discesa. È questo il nuovo scenario che caratterizzerà l’autunno delle famiglie italiane.
L’elaborazione di Confesercenti Veneto sui dati ISTAT ha già iniziato ad evidenziare i primi cambiamenti nella composizione della spesa e soprattutto la riduzione dei consumi, a cominciare da quella dei prodotti alimentari, che aumentano in valore di spesa ma diminuiscono in volume.
1°VERONA
Nel capoluogo scaligero, il più caro del Veneto e sesto tra i grandi comuni italiani, risultano essere le spese legate a elettricità e gas, a determinare la crescita maggiore rispetto ad agosto 2021, con una variazione di indice di +76%, seguita dai prodotti alimentari con un +12,5%, i servizi di ristorazione con un +8,9 e le bevande analcoliche +8,7%.
2° PADOVA
A Padova, le spese per l'energia registrano un + 75,9%, un + 12,3 % per i prodotti alimentari e + 8,4 bevande
analcoliche, un + 5,1% per i servizi di ristorazione.
3° VICENZA
Terzo posto in Veneto per Vicenza, dove le spese energetiche sono aumentate del +78,6%, i prodotti alimentari +11,7%, le analcoliche bevande + 8,3 %, i servizi di ristorazione + 5,0%.
Pari Merito per Treviso e Venezia che registrano una variazione su base annua molto simile, poco più caro il capoluogo trevigiano sia per le spese energetiche (+ 76,1% contro il + 75,2% della città lagunare), che per i servizi di ristorazione ( +6,2% contro il 5,2% di Venezia) e per il rincaro dei prodotti alimentari (+11% a Treviso, + 10,5 % a Venezia). Chiude Rovigo, con + 76,6 % per le energetiche, +11,9% per i prodotti alimentari, +4,8 per i servizi di ristorazione.
"Inizialmente le imprese, preoccupate da un possibile diminuzione dei volumi, hanno cercato di non scaricare l’inflazione sui prezzi con l’effetto di far crollare la loro redditività fino al limite della sostenibilità. Oggi, sulla spinta degli aumenti energetici, non è più possibile quindi contenere i prezzi che aumentano al punto da modificare i consumi, anche in materia di spesa alimentare. Gli acquisti delle famiglie si sono fatti più oculati e infatti le spese iniziano a ridursi in modo sensibile. La prospettiva appare molto preoccupante: con l’avvicinarsi dell’autunno e dell’inverno le famiglie registreranno in misura crescente gli effetti dell’inflazione spinta dall’esplosione delle bollette energetiche, con conseguente caduta del potere d’acquisto e diminuzione dei consumi in favore delle spese obbligate. Uno scenario pesante per le famiglie, ma drammatiche anche per le piccole imprese del turismo e del terziario che dipendono dal mercato interno, schiacciate tra il rallentamento dei consumi e l’aumento dei propri costi fissi. Senza un intervento immediato per superare l’emergenza energetica, contenere l’inflazione ed evitare il pericolo di recessione, il rischio è che – anche in Veneto - migliaia di attività vengano messe fuori mercato nei prossimi dodici mesi" dichiara Cristina Giussani, Presidente Confesercenti Veneto.