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Confesercenti Veneto: accordo con Poste Italiane per sostenere le imprese
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Confesercenti Veneto e Poste Italiane hanno firmato un accordo per l’offerta di servizi digitali innovativi a supporto delle piccole e medie imprese associate. Grazie alla capillarità della rete di Poste Italiane, che nella provincia di Verona è presente con199uffici postali, le imprese nei settori del commercio, del turismo, dell’artigianato e dei servizi, potranno beneficiare dei molteplici servizi finanziari e digitali di Poste Italiane. Le piccole e medie imprese venete avranno inoltre la possibilità di gestire facilmente gli incassi tramite le innovative modalità di pagamento “PostePay Tandem - POS Fisico e Mobile POS e Codice Postepay”, il servizio di incasso digitale per accettare pagamenti sia nel punto vendita che a distanza senza bisogno di dotarsi di POS tradizionale. Inoltre, sarà garantito a tutti gli aderenti un servizio di consulenza finanziaria per le persone fisiche. Ulteriore opportunità prevista dall’accordo con Poste Italiane è infatti l’adesione all’offerta Poste Premium che aiuta gli imprenditori a gestire esigenze specifiche per il proprio patrimonio personale grazie ai servizi: Consulente Premium, Reportistica Avanzata, Piattaforma evoluta, Gamma prodotti estesa e selezionata, Passaggio generazionale e check up immobiliare, Service desk dedicato, Premium Family.
L’accordo avrà durata di 24 mesi.
Patrizia De Luise confermata Presidente Nazionale Confesercenti
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Patrizia De Luise è stata confermata Presidente nazionale di Confesercenti. L’Assemblea elettiva dell’Associazione, che rappresenta oltre 350mila imprese del commercio, del turismo e dei servizi, ha approvato all’unanimità il rinnovo per altri quattro anni del mandato a Patrizia De Luise, eletta per la prima volta alla guida di Confesercenti nel 2017. De Luise, imprenditrice di Genova e presente in Confesercenti da oltre 30 anni, è la prima donna a ricoprire la carica di Presidente nazionale di un’associazione di piccole e medie imprese dal dopoguerra ad oggi.
L’Assemblea elettiva, che si è svolta oggi in modalità mista, in presenza e in collegamento dai territori, precede l’Assemblea pubblica in programma martedì 16 novembre a Roma, che sarà l’occasione per ripercorrere i 50 anni di storia della Confesercenti, dal 1971 a oggi, sempre dalla parte delle imprese.
“Nel nostro lungo percorso abbiamo accumulato un tesoro di valori, esperienza e cultura di impresa. E i tesori, se bene conservati, col passare del tempo valgono di più. Questo è il compito che ora spetta a noi: valorizzare tutto quello che i nostri predecessori ci hanno consegnato. Ma il must deve essere: guardare al futuro. Dobbiamo aprire al nostro mondo tutte le opportunità offerte dal PNRR, favorendo l’innovazione e la sostenibilità della rete delle piccole e medie imprese che rappresentiamo. Dovremo lavorare anche sui temi della rappresentanza e della contrattazione, così come sulla grande occasione rappresentata dai progetti di rigenerazione urbana per le attività di prossimità, imprese fondamentali per il tessuto sociale della nostra Italia. Abbiamo davanti quattro anni impegnativi, una sfida importante da vincere per costruire insieme quel Paese migliore che vogliamo consegnare ai nostri figli”, così la presidente De Luise.
49ma Festa delle Castagne e la 18ma Festa del Marrone di San Zeno DOP
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Facilitare le sostituzioni o imprese rischiano interruzione dell’attività
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L’implementazione dell’obbligo di Green Pass per i dipendenti non è priva di difficoltà, soprattutto nelle piccole imprese del terziario e del turismo. Così Confesercenti.
Il nostro auspicio è che l’estensione del Green Pass ai dipendenti dia alla campagna vaccinale l’accelerazione necessaria a raggiungere gli obiettivi e quindi a superare – in un arco di tempo ragionevole – la necessità stessa della certificazione verde.
Tuttavia, ci sono possibili criticità, a partire dall’organizzazione del lavoro nelle imprese che non possono contare su un’ampia forza di lavoro. La possibilità di sostituzione dei dipendenti senza Green Pass, prevista per le PMI, infatti non va oltre i 20 giorni, un lasso di tempo certamente non sufficiente a formare ed inserire un nuovo lavoratore, ammesso che se ne trovino disposti a lavorare per un periodo così breve.
Il rischio dunque è che, in caso di assenza di un lavoratore per mancanza di certificato, le attività si trovino scoperte e costrette ad interrompere il lavoro. Una possibilità che si potrebbe tradurre in ulteriori oneri a carico delle imprese che – laddove il dipendente rivesta ruolo strategico per l’azienda (si pensi ad esempio ad un cuoco) – si vedrebbero costrette per assurdo a sostenere i costi del tampone pur di non bloccare il servizio.
È necessario quindi un intervento urgente in sede di conversione che faciliti l’accesso alle sostituzioni, equipari i costi del contratto di sostituzione a quelli del lavoro stagionale ed allunghi i 20 giorni previsti dalla norma, quantomeno per sollevare in parte le imprese dalle difficoltà evidenziate.
In allegato il vademecum realizzato dall’Ufficio Politiche per il Lavoro di Confesercenti a disposizione delle imprese sul decreto Green Pass. Nel documento tutto quello che è necessario sapere sul DL 127/2021 e le norme in vigore dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021.
Green pass obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro a partire dal 15 ottobre
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Il Green pass diventa obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro a partire dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre 2021, quando è programmata la scadenza dello stato d’emergenza. È quanto stabilito dal nuovo decreto sul Green pass (Decreto nr. 127 del 21 settembre) varato nei giorni scorsi dal Governo e pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale.
L’obbligo del Certificato verde riguarda sia il settore pubblico che quello privato.
“I datori di lavoro sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni” sull’obbligo di Green pass e, secondo l’articolo 1 del decreto, definiscono “entro il 15 ottobre 2021, le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi”.
Sono previste multe fino a 1.500 euro per chi viene trovato senza certificato.
Il decreto prevede lo stop dello stipendio per i lavoratori sprovvisti di Green pass, ma non il licenziamento. Più nel dettaglio, “l’accesso del personale nei luoghi di lavoro” senza Green pass è punito con una sanzione pecuniaria tra i 600 e i 1500 euro.
Il dipendente senza passaporto vaccinale è “considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della predetta certificazione e, comunque,
non oltre il 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per i giorni di assenza ingiustificata di cui al primo periodo non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati.
Sostituzione dipendenti
Per le imprese con meno di quindici dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata del lavoratore, il datore di lavoro può sospendere lo stesso
per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta, e non oltre il termine del 31 dicembre 2021.
La validità del Green Pass e i tamponi calmierati
Importanti novità anche per quanto riguarda la validità del Green pass: il certificato diventerà valido subito dopo la prima iniezione di vaccino, non più quindi dopo 15 giorni dalla somministrazione, come previsto dalla normativa previgente. Inoltre, sarà valido per 12 mesi dalla data di avvenuta vaccinazione o guarigione.
Per quanto riguarda i tamponi, infine, è stata estesa la validità dell’esito dei molecolari a 72 ore mentre quella degli antigenici continuerà ad essere 48 ore.
I lavoratori non potranno effettuare i tamponi gratuitamente. Il prezzo del test è di 15 euro. Saranno invece gratuiti per le persone “fragili”, per i quali è sconsigliata la vaccinazione e che, quindi, non avranno l’obbligo del Green pass.
A tal proposito, secondo quanto previsto dal nuovo decreto, le farmacie sono tenute ad assicurare, almeno sino al 31 dicembre 2021, la somministrazione di test antigenici rapidi per la rilevazione del virus Covid-19, secondo le modalità e i prezzi previsti nel protocollo d’intesa.
In caso di inosservanza della disposizione, verrà applicata la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.000 a euro 10.000. Inoltre, il Prefetto territorialmente competente, potrà disporre la chiusura dell’attività per una durata non superiore a cinque giorni.